Dal 2010 il nome Re:Habitat aggrega in libera forma associativa realtà che ambiscono a condividere, consolidare e moltiplicare le opportunità di apprendimento offerte dai saperi specifici espressi dai singoli o dalle piattaforme progettuali partecipanti.
Bologna è la città in cui i membri di Re:Habitat hanno scelto, a partire dagli anni ‘90, di insediare le rispettive attività, esercitate in Italia e all’estero: programmazione culturale, produzione artistica, progettazione architettonica, urbana e visiva, ricerca, formazione e comunicazione.
Grazie alla convergenza di queste discipline in una città che è portatrice di percorsi culturali, politici e sociali d’avanguardia in Italia, in cui le politiche cittadine manifestano un orientamento che guarda alle forme dell’innovazione sociale e della co-progettazione come dinamo dell’urbanesimo contemporaneo, Re:Habitat si fa promotore e attivatore anche di iniziative per la rigenerazione di contesti chiave per il benessere collettivo.
Il metodo è orientato allo sviluppo interdipendente di azioni culturali e artistiche, di analisi qualitative e quantitative, di articolazione strategica abitando il luogo e attivando con i suoi attori e frequentatori processi di co-progettazione.
Organismo di rigenerazione
Multidisciplinare e formativo, l’organismo sociale Re:Habitat agisce come un agente di rigenerazione: fare luogo (placemaking) e apprendimento reciproco (communal learning) costituiscono le basi delle nostre attività, in cui i saperi teorici e pratici vengono messi a sistema seguendo logiche flessibili. Più che di una metodologia, si tratta di modalità dinamiche nel comporre il gruppo di progetto e la visione strategica con cui intervenire o costruire momenti di scambio.
A.ZIONI
• Progettazione multidisciplinare per la valorizzazione del territorio dal punto di vista storico, ambientale e sociale;
• sviluppo di relazionalità tramite la sensibilità ecologica e la convivialità;
• attività di formazione attraverso il learning by doing;
• consulenze nel settore pubblico e privato nei percorsi di direzione creativa, di miglioramento relazionale e ambientale, da metabolizzare e autogestire;
• programmazioni di eventi aperti al pubblico con carattere di diffusione della conoscenza.
S.TAGIONI
Appuntamenti chiusi o aperti al pubblico a seconda dell’avvicendamento dell’organizzatore, seguono un calendario labile di natura stagionale in cui l’espressione viene svincolata da quelle che sono le discese nell’atto pratico.
Nascono dall’esigenza di lasciare spazio ad atmosfere, intuizioni e racconti che non trovano collocazione nei normali momenti di operatività, liberando così piccoli giacimenti di ricerca da condividere e dai quali misurare ripercussioni positive verso se stessi: prendendosi cura dei partecipanti, viene loro offerta un’esperienza coltivandone l’aspetto più umanistico e sociale.